Domenica delle palme

abbiamo bisogno di pane, ma anche di rose

Sono due i vangeli di questa domenica perché sono due i luoghi in cui la liturgia ambrosiana della Domenica delle Palme ci conduce. Il primo luogo è la casa di Betania, la casa di Marta, Maria e Lazzaro dove Gesù si reca sei giorni prima della Pasqua dei giudei. Molti lo cercano, per diversi motivi. Alcuni per semplice curiosità: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Altri per dichiarata ostilità: avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.
Altri per gratitudine: Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena. I motivi per cercare Gesù sono diversi per ciascuno, ma soprattutto sono e devono essere personali. In quella casa accade qualcosa di molto personale: Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli.
Aggiunge Giovanni: tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Questa informazione potrebbe apparire inutile, ma come dice in un brevissimo commento il cardinale José Tolentino Mendonça (“Avvenire” del 21 ottobre 2020), questa notazione chiede di essere custodita nel cuore. “Quel profumo ci parla dei piccoli gesti d’amore senza i quali noi non siamo; ci racconta che Dio sa che abbiamo bisogno di pane, ma anche di rose”. Il secondo luogo in cui la liturgia intende condurci è in mezzo a quella grande folla che era venuta per la festa e, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!».In quella folla è difficile capire cosa stia davvero accadendo.
Il fatto che tutti facciano la stessa cosa e gridino le stesse parole non è garanzia sufficiente per capire. Per stare in una folla non sono necessarie particolari motivazioni personali. Ti sembra di essere nel posto giusto solo perché attorno ci sono tante altre persone e non ha molta importanza sapere il perché sei lì. Non è necessario avere un pensiero o un desiderio: ti viene dato in prestito per il solo fatto di essere lì in mezzo a tutti; se non hai le parole giuste anche quelle ti vengono prestate; sia parole che pensieri, proprio perché in prestito, puoi sempre restituirle o scambiarle per altre. 
Accadrà esattamente così a questa folla, forse non esattamente la stessa, ma buona parte possiamo pensare di sì. Alla domanda «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Alla richiesta: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». E quando Pilato domanda: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
La folla fa da cornice costantemente alla vita di Gesù. Guardi a quella folla e vedi noi, con i nostri slanci e i nostri limiti, capaci di grandi azioni, come pecorelle del buon pastore, ma capaci anche di cose mediocri, pecoroni di un gregge in mano a mercenari. 
Non abbiamo bisogno solo di pane, abbiamo bisogno anche di rose.
Nella casa di Betania non tutti lo hanno capito e forse nemmeno noi. Non lo ha capito Giuda, che alla vista del gesto di Maria subito esclama con tono di rimprovero «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?»Abbiamo anche bisogno di un pensiero e un desiderio personale che sostenga e dia sostanza alla nostra fede. Non lo aveva più nel cuore Giuda e forse a volte anche noi lo abbiamo smarrito, che senza accorgerci mettiamo un prezzo.
Stare in mezzo alla folla a volte aiuta perché incoraggia, ma a volte è proprio nella folla che ci si perde. Si perde se stessi. Si perde quell’intimità che occorre all’amicizia e alla confidenza.
Siamo invitati a passare da Betania e poi entrare con Gesù a Gerusalemme per poi seguirlo dentro questa settimana santa. Questi giorni, se si intende viverli profondamente, avranno bisogno di solitudine in cui Dio possa incontrarci; hanno bisogno di un certo distacco dalle necessità e dai bisogni quotidiani per ritrovare la gratuità e la forza dei desideri del cuore. Hanno bisogno di silenzio, a volte più intenso delle parole. Hanno bisogno di preghiera, molto più efficace di ogni azione, senza inciampare in pigrizie o nelle solite giustificazioni.

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