3° domenica di Pasqua

Tienimi un posto Signore.

Le parole rivolte da Gesù ai suoi discepoli durante l’ultima cena, che Giovanni raccoglie nel suo vangelo nei capitoli che vanno dal 14 al 17, sono così dense e ricche che andrebbero lette a piccole dosi, pochi versetti alla volta. Oggi la liturgia ce le offre in una misura così abbondante che comincio con il prendere solo alcune delle parole che abbiamo ascoltato, per cercare e indicare qualche sentiero di preghiera.
Potrebbe così bastare prendere in considerazione il versetto 2 e 3 del capitolo dove Giovanni riferisce queste parole: Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 
Leggendole mi viene in mente quando, incominciando le vacanze estive in montagna, i ragazzi chiedono: “posso stare in stanza con i miei amici?”. È così importante avere qualcuno che ti tiene il posto che lascio fare a loro le stanze, vigilando semplicemente sul fatto che nessuno venga escluso e rimanga senza posto.
Già da molte settimane prima, cominciano a chiedere quanto sono grandi le stanze, quanti letti hanno, così da capire con quanti amici ci si può accordare e ancora prima alla partenza, salendo sul pullman, fanno di tutto per stare seduti vicino a loro.
L’importanza di tutto questo la conoscono bene gli sposi che devono organizzare i tavoli del ricevimento. Anche noi, quando usciamo in compagnia a mangiare, sappiamo bene anche noi che decidere dove sederti non è sempre una scelta che convenga lasciare al caso.
“Ti tengo il posto” o “tienimi il posto”: sono le frasi con cui si esplicita non semplicemente il bisogno di avere un letto in una stanza o il posto a sedere sul pullman, ma si esplicita il desiderio preciso di vivere una certa esperienza con qualcuno a cui tieni e che tiene a te.
In quelle frasi c’è la consapevolezza che il viaggio fatto con una persona amica è molto più piacevole che fatto con uno sconosciuto; che condividere la stanza e il tempo quindi della notte e non semplicemente del giorno con una persona cara, rende la vacanza già così qualcosa di speciale. L’essere seduti accanto è occasione per scambiare parole o anche condividere il silenzio, possibilità per qualche confidenza e più lunghi discorsi.
Quando qualcuno ti dice: “ti tengo il posto” ti sta implicitamente dicendo che tu sei importante; che ci tiene ad averti vicino fisicamente e che tu comunque hai già un posto nel suo cuore. È una palese dichiarazione di affiatamento e di simpatia. “Ti tengo il posto” ha il sapore e il profumo buono dell’amicizia e del bene.
È la dimostrazione che la vita è fatta soprattutto di relazioni e di legami che spezzano la solitudine, che scacciano la paura che a nessuno importi di te; legami che ci permettono di credere che siamo importanti per qualcuno.
Oggi, se torniamo al vangelo, accade che sia Gesù a dire ai suoi discepoli: vado a prepararvi un posto.  Vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 
Le parole di Gesù, che Giovanni oggi ci regala, ci raccontano del desiderio di Dio di averci accanto.  È Dio che dice a ciascuno di noi: la mia casa senza di te è vuota. Io mi sento a casa se ci sei tu. Oggi a questo vangelo non dobbiamo chiedere chissà quali pensieri su Dio, ma dobbiamo chiedere di farci sentire la straordinaria emozione di aver davanti a noi un Dio che ci dice: “ti tengo il posto. Tu devi essere con me.”
Ma noi siamo capaci di dire la stessa cosa? Siamo capaci di dire: ti tengo un posto nella mia vita, nei miei pensieri, nel mio tempo?
Se capissimo questa cosa, se sapessimo anche emozionarci di questa promessa di Gesù, allora anche noi ricambieremmo il favore, almeno una volta ogni tanto e diventeremmo capaci di dire al Signore: “anche io ti ho preparato un posto nella mia casa, te l’ho preparato nella mia vita, nel mio cuore, nei miei pensieri. Con te accanto il viaggio della vita è diverso; mi sento più sicuro; so di potermi confidare, so di potermi fidare. So che una tua parola detta al momento giusto sa riportare pace nel mio cuore, sa sciogliere i turbamenti; mi sostiene quando c’è da prendere una decisione importante; spezza la solitudine.”
C’è una vecchia canzone degli 883 che dice così:Come è bello il mondo insieme a te. Mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c’è da sempre,è solo che io non sapevo come fare per guardare ciò che tu mi fai vedere. Come è grande il mondo insieme a te
È come rinascere e vedere finalmente che rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose
se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me.

Come è bello Signore il mondo insieme a te.

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