5 domenica di quaresima

fate molta attenzione al vostro modo di vivere,
comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo

Le parole non sono solo qualcosa che utilizziamo per parlare e comunicare. Sono innanzitutto ciò che noi usiamo per pensare, per capire il mondo fuori e soprattutto il mondo dentro; per dare un nome ai nostri sentimenti, alla nostra gioia e al nostro dolore. Per questo motivo a volte trovo utile andare sul dizionario e leggere le definizioni delle parole che attirano la mia attenzione.
La parola che sono andato a cercare dopo aver letto questo vangelo è un verbo: risorgere. Sul dizionario si legge: tornare in vita; ma si fa riferimento anche all’improvviso e rapido e ritorno in salute di chi è stato malato, o al miglioramento inaspettato del proprio stato d’animo o anche della propria situazione economica. Si fa riferimento anche al tornare allo stato e ad una condizione precedente.
Così mi è tornato in mente la trama di un film: È già domani, con Antonio Albanese, attore protagonista nei panni di Filippo, un giornalista televisivo, autore di documentari sulla natura, con un pessimo carattere e che di fatto disprezza il proprio lavoro. Filippo si deve recare per due giorni in una piccola isola delle Canarie per realizzare un reportage su un raro stormo di cicogne. Partito e arrivato malvolentieri sull’isola, dopo avere effettuato il servizio, non riesce a prendere il traghetto di ritorno a causa di una mareggiata ed è costretto a fermarsi sull’isola per una seconda notte.  La mattina al risveglio si accorge che tutto ciò che aveva vissuto il giorno prima, ieri, si sta ripetendo. Si ritrova così a rivivere ogni mattina. I giorni si ripetono, uguali. Non sapendo cosa fare, si rassegna all’idea di doversi svegliare ogni mattina dentro lo stesso giorno, accorgendosi che qualsiasi cosa faccia, il giorno dopo ogni conseguenza è cancellata.
Così un giorno mangia senza misura. Un giorno spende senza misura. Un giorno diventa cattivo con tutti. Un giorno decide di ammazzare le cicogne. Poi prova a conquistare le donne dell’isola… ma le trova poi tutte noiose. Un giorno decide di togliersi la vita. Tanto il giorno dopo, risorge! Proprio perché sa cosa succede durante il giorno, ad un certo punto tenta di approfittarsene. Se ne approfitta per rendersi simpatico alle donne, tenta perfino di sfruttare la conoscenza di quel che accade per cercare di impedire la morte di un anziano signore che ogni mattina incrocia fuori dall’albergo.
Non vi dico come finisce, ma ricordare questa trama forse ci aiuta a pensare che risorgere non è solo tornare allo stato e alle condizioni di prima, forse non è neppure solo ritrovare la vita dopo la morte.
L’eterno ritorno dello stesso giorno si interrompe nel film, quando comincia a credere in qualcosa e soprattutto in qualcuno, quando inizia a guardare con altri occhi il mondo che ripetutamente lo circonda e tutto ciò che gli capita attorno. Risorgere è forse imparare a rialzarsi, ma soprattutto accettare di cambiare.
La resurrezione di Lazzaro non è un essere portati indietro, ma la possibilità di andare avanti. È la possibilità di non ripetere all’infinito gli stessi errori, di rifare gli stessi sbagli che rendono i giorni tutti uguali.
San Paolo così raccomanda agli Efesini e a tutti noi: fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, facendo buon uso del tempo.
Gesù così ricorda alle due sorelle di Betania: chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?
Credere che il nostro destino non è già disegnato e neppure segnato.
Credere che le cose possono cambiare se noi accettiamo di cambiare con loro.
Credere che anche dopo un sacco di errori ripetuti, vi è una nuova possibilità non solo di riprovarci ma anche di sperare. Credere perché Dio è con noi.
Nel racconto di Giovanni alla resurrezione di Lazzaro sono dedicate poche parole.  Molta più attenzione è data al racconto del dialogo tra Gesù e le due sorelle. È Gesù stesso che ci indica il perchè: Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate.
Affinchè voi crediate! Il vero miracolo è proprio quel tornare a credere perché i nostri giorni non siano una annoiata, stanca e scoraggiata ripetizione.

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