Battesimo di Gesù

tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore

Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
Ricostruire con esattezza i luoghi dove sono avvenuti i fatti raccontati dal vangelo, non è sempre così facile.  Il vangelo a volte aiuta, a volte rimane generico e indicare con la precisione a cui siamo abituati ora la località esatta non è sempre possibile a distanza di così tanto tempo. Gli evangelisti a proposito del luogo dove è stato battezzato Gesù non sembrano essere interessati a darci indicazioni così precise. Marco oggi ci dice semplicemente che fu battezzato nel Giordano, così Matteo. Luca non dice nulla. Giovanni scrive: “Avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando” .
Così è stata la tradizione a indentificare il luogo del battesimo con la località di Betabàra, dove il popolo di Israele, guidato da Giosuè – così si racconta – ha attraversato il fiume Giordano, superando quindi uno degli ultimi ostacoli per compiere il cammino dalla schiavitù di Egitto alla libertà regalata da Dio dentro la terra Promessa.
Vien facile comprendere come il legame tra i due fatti sia suggestivo e offra motivo di riflessione, così come è suggestivo ricordare che Betabàra, ci dicono i geologi, sia il punto asciutto più basso della terra, essendo 400 metri sotto il livello del mare. Identificare quel luogo come il luogo del battesimo e dell’inizio della vita pubblica di Gesù, nasce dal pensare che non potesse essere casuale e portasse con sé un grande messaggio, capace di esplicitare il senso del Battesimo di Gesù e del nostro stesso Battesimo.
Innanzitutto, il collegamento con il passaggio verso la terra Promessa. Il sacramento del Battesimo non è un semplice rito di inizio o la semplice occasione di festa per condividere la gioia di una vita nuova. È l’inizio di un cammino di libertà che lo Spirito di Dio sostiene e incoraggia: Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. Sempre più persone ritengono che non sia giusto riceverlo dopo pochi mesi di vita senza alcuna scelta consapevole da parte del battezzato. Per questo stesso motivo pensano sia più rispettoso e giusto lasciare che ciascuno a suo tempo decida.  Contiene in sé una qualche verità questa posizione, ma è altrettanto vero che ciascuno di noi è diventato grande perché qualcuno con amore si è preso cura di lui, ha preso scelte per lui, a cominciare dal nome e che proprio a partire da cose che non ci siamo scelti abbiamo cominciato a diventare chi siamo.  Niente di tutto questo, che altri hanno fatto, ha limitato la nostra libertà, l’ha piuttosto difesa, custodita e riempita in attesa che ne potessimo diventare i primi responsabili. Quello che riceviamo nel Battesimo non è ostacolo alla libertà, ma è difensore. Ciascuno di noi, diventando grande, quando non ha più la possibilità di lasciar decidere ad altri per sé stessi, sperimenta, a volte con grande fatica, quanto sia complicata la libertà.  Sperimenta come non sempre ciò che piace sia anche il mio bene; come non sempre ciò che non mi piace sia il mio male. 
Dice san Paolo che grazie a Cristo Gesù tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
E poi vi è quel collegamento suggestivo con il punto più basso della terra.
Nella vita può arrivare un momento così difficile e buio da pensare e farci dire di essere caduti in basso o di aver toccato il fondo. In quelle circostanze può accadere di sentirsi persi, finiti o spacciati. Il Battesimo di Gesù racconta la rassicurazione che Dio è in grado di arrivare anche lì; che nessuno può dire di se stesso di essere perso; che Dio non abbandona nessuno e che proprio lì viene a cercarci. Ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona».
Questo Gesù è veramente il Dio con noi, l’atteso dalle genti, luce delle nazioni. Egli non viene per mettere in fila i peccatori davanti a sé, ma per mettersi in fila con i peccatori, per farci capire che il mondo non è condannato, ma è amato. A confermare tutto questo una voce dal cielo dice: “tu sei mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto, in te mi riconosco”. Perché Dio non dimentica e non abbandona.

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