La ricostruzione neomedievale della chiesa di S.Agata

150406 chiesamonticello154Attingendo a solo scopo divulgativo dal volume  “MONTICELLO BRIANZA, PAESAGGI, UOMINI, CULTURE” testi di Ilaria Sironi, Laura Caspani, Virginio Longoni con fotografie di Pietro Redaelli edizione dell’Amministrazione Comunale di Monticello,riassumo le notizie storiche sulla chiesa parrocchiale di Monticello.
Sono ricerche molto interessanti ed accurate e ringrazio per poterle riportare.

Ringrazio anche per i links verso gli e-books che nelle mie ricerche su internet ho avuto occasione di incontrare e sarebbe stata una mancanza gravissima non segnalare, anche se non precisamente in tema.

…Ignazio Cantu’ nella sua “Guida per la brianza” del 1837, dopo aver ampiamente lodato la bellezza di Monticello e delle sue ville nobiliari, liquidava con poche parole l’edificio parrocchiale (…è piccola, informe, nulla presenta che corrisponda alla magnificenza della sua destinazione, alla bellezza della sua posizione..)

Documento 1

Documento 2

E’ del tutto probabile che la chiesa, con la facciata ancora medievale, e gli ampliamenti settecenteschi, risultasse informe agli occhi del colto visitatore ottocentesco che infatti caldeggiava la realizzazione di un progetto di ” chiesa rotonda, con elegante atrio esterno tutto all’ingiro” che a quanto pare era stato ipotizzato dai ricchi nobili e possidenti.
Il rifacimento della chiesa si realizzò invece una trentina di anni più tardi, secondo un progetto del tutto diverso, dettato da esigenze pratiche prima che estetiche.
All’avvio del nuovo Stato unitario, infatti la comunità di Monticello con Casirago superava i 700 abitanti e la chiesa parrocchiale era divenuta del tutto insufficiente a contenerli. Il parroco, don Felice Baroni, chiese all’architetto Gioacchino Tagliasacchi, possidente di Casirago e appartenente alla famiglia proprietaria della villa Bevagna, di stilare un progetto per la chiesa, che prevedesse però solo un ampliamento e non una ricostruzione, date le difficoltà finanziarie della parrocchia.

Nell’archivio parrocchiale di Monticello è conservata la lettera che il Tagliasacchi inviò a don Baroni nel giugno 1869, in cui troviamo una dettagliata descrizione del progetto che intendeva realizzare. Purtroppo sono scomparse le tre tavole che l’architetto dichiarava di allegare alla lettera.
In essa il Tagliasacchi sottolineava innanzitutto i problemi da affrontare:
1) difficoltà “d’arte” poichè la piccola chiesa era una stratificazione di interventi succedutisi nei secoli, che l’avevano privata di una continuità di  “linee e dimensioni”;
2) difficoltà pratiche perchè la sua posizione in cima al colle limitava lo spazio disponibile per allargare il perimetro della costruzione. Nella parte posteriore era presente un piccolo lembo di terra, tra l’abside e il terrapieno, tuttavia egli giudicava inopportuno ampliare la chiesa in quella direzione per motivi sia estetici che “turistici”: la passeggiata intorno all’edificio era già a quell’epoca frequentata da molti visitatori che salivano sul colle per ammirare il paesaggio.

La soluzione prospettata era quindi quella di ampliare la chiesa sulla facciata….

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