IV domenica dopo il martirio di S. Giovanni il Precursore

domenica24Domenica 24 settembre 2017
vangelo Giovanni ( Gv 6,24-35)

In quel tempo. Quando la folla vide che il Signore Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Commento

Non passa giorno senza che qualcuno ci chieda qualcosa. Talvolta si tratta di emergenze dovute a calamità naturali o, più semplicemente, qualcuno ci ferma a un semaforo o davanti ad una chiesa o sulla metropolitana e ci stende la mano, chiedendo soldi, lavoro, talvolta anche un pezzo di pane. C’è un bisogno primario che senz’altro va colmato da noi, nella misura delle nostre reali capacità. Ma quand’anche avessimo fatto tutti i percorsi caritativi, attenendoci alle regole più aggiornate, riuscendo a mettere qualcosa nelle mani di questi poveri, non è difficile intuire, capire che dentro quella fame, qualcos’altro domanda d’essere colmato. Fame di senso, bisogno d’affetto, desiderio di poter credere ancora a qualcuno, di riuscire ad esprimere un affidamento senza remore e senza confini.

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