Ricostruzione neomedievale della chiesa di S.Agata

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Anni 1960 circa

 

 

 

 

dopo gli interventi di restauro

 

 

 

Attingendo a solo scopo divulgativo dal volume  “MONTICELLO BRIANZA, PAESAGGI, UOMINI, CULTURE” testi di Ilaria Sironi, Laura Caspani, Virginio Longoni con fotografie di Pietro Redaelli edizione dell’Amministrazione Comunale di Monticello,riassumo le notizie storiche sulla chiesa parrocchiale di Monticello.
Sono ricerche molto interessanti ed accurate e ringrazio per poterle riportare.

La facciata corrisponde a quel “gusto Longobardo” o ” lombardo” (il romanico) che Gioacchino Tagliasacchi dichiarava di prediligere: è a salienti  (la facciata si sviluppa a diverse altezze secondo le differenti altezze della navata centrale e di quelle laterali) e le lesene decorative (elementi non portanti, verticali, appena sporgenti dalla parete) sottolineano la partizione interna in tre navate, a cui corrispondono i tre ingressi; il portale centrale, più grande, ha una lunetta  (semicerchio sopra il portale) dipinta con una recente immagine del Cristo benedicente, al di sopra della quale vi è una decorazione di laterizio di sagoma triangolare. Una cornice marcapiano con andamento a capanna e decorata con archetti pensili sovrasta il portale e spezza l’unità del corpo centrale della facciata; la parte superiore, in cui si apre un rosone, è conclusa dalla cornice ad archetti pensili che decora anche i salienti. Il risultato è quello di un neoromantico arricchito con l’inserimento di alcuni elementi del linguaggio gotico (il rosone) che si ispira alle cattedrali padane e che ha come unico elemento di vivacità l’alternanza cromatica tra il bianco dell’intonaco e il rosso delle decorazioni in laterizio. L’esito si inserisce pienamente nel medievalismo della seconda metà dell’Ottocento; è interessante comer testimionianza di un preciso momento politico e culturale, quello degli anni immediatamente dopo l’unità d’Italia, in cui il Medioevo veniva preso a modello per definire uno stile nazionale, che doveva esprimere anche nell’architettura lo spirito e l’etica della nuova Italia unita.

 

PROSEGUE

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