la ricostruzione neomedievale della chiesa di S.Agata (2)

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interno della Chiesa nei primi anni del decennio 1970-80.

 

 

 

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Collina di Monticello ai primi del 1900

 

 

 

 

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L’altare nel suo allestimento pre-conciliare.

Ringrazio Attilia che ha proposto l’immagine

 

 

 

 

Attingendo a solo scopo divulgativo dal volume  “MONTICELLO BRIANZA, PAESAGGI, UOMINI, CULTURE” testi di Ilaria Sironi, Laura Caspani, Virginio Longoni con fotografie di Pietro Redaelli edizione dell’Amministrazione Comunale di Monticello,riassumo le notizie storiche sulla chiesa parrocchiale di Monticello.
Sono ricerche molto interessanti ed accurate e ringrazio per poterle riportare.

PS  Ho cercato fotografie dell’interno della chiesa prima dei restauri del 1976-77 ma con poco successo, eppure si parla di un intervento di meno di 50 anni fa.  L’immagine dell’interno della vecchia chiesa fa parte dei ricordi che dobbiamo lasciare perchè è la nostra storia. Invito quindi chiunque ne avesse ( fotografie in occasione di cerimonie, diplomi della Cresima e della prima Comunione, etc ) a fornirmele per la loro pubblicazione. Grazie.

Nel capitolo precedente avevamo appreso della urgente necessità di ampliare la chiesa…

….Per andare incontro alle esigenze economiche della parrocchia, il Tagliasacchi proponeva di costruire solo un “aggregato” alla navata centrale, senza ampliare le navate laterali, soprattutto perchè quella a sinistra non era una in realtà una navata ma un “agglomeramento” di locali grandi e piccoli (dal progetto del 1733, che a quanto pare il Tasgliasacchi non conosceva).
L’architetto prevedeva perciò di ampliare la sola navata centrale, ricavando uno spazio aggiunto di 28 metri quadri che avrebbe aumentato la capienza di circa 80 persone, risolvendo le necessità immediate. Il progetto lasciava inoltre la possibilità di un futuro ampliamento delle navate laterali, qualora ce ne fossero state le condizioni economiche.
L’impossibilità di prendere visione dei disegni del Tagliasacchi ci impedisce di verificare l’aderenza del progetto alla costruzione esistente oggi; certo è che nell’attuale edificio l’ “agglomerato” di locali nella parte sinistra è stato trasformato in navata laterale, come pure anche la navata laterale destra è stata ampliata fino a raggiungere la facciata e non si ha traccia dell’ingrandimento della sola navata centrale prospettato dal Tagliasacchi, nè di quel “non rigoroso accordo del nuovo al vecchio” con la sovrapposizione di elementi del vecchio edificio, che l’architetto prometteva di “velare” il più possibile.
Quanto al linguaggio prescelto, il Tagliasacchi optava per uno “stile Lombardo” (ossia medievale) di cui ravvisava reminescenza già nella vecchia facciata e vi adeguava sia la nuova facciata che il disegno e le proporzioni degli interni. Ne deduciamo perciò che l’intervento del 1733 non aveva interessato l’intera fronte, che non era stata trasformata in stile barocchetto se ancora Tagliasacchi vi individuava elementi medievali.
I lavori furono avviati il primo ottobre 1869 con la posa della prima pietra e si conclusero nel 1876 con l’edificazione dell’altare maggiore…….

PROSEGUE

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Una risposta a la ricostruzione neomedievale della chiesa di S.Agata (2)

  1. franco ornaghi scrive:

    Aderendo all’invito esposto nell’articolo, Attilia ha proposto le fotografie della propria cerimonia nuziale in cui si può apprezzare come fosse l’altare prima delle modifiche conciliari.
    Ringraziandola, naturalmente tutti noi partecipiamo alla festa della giornata che la foto ricorda.
    Le foto ci permettono di apprezzare che
    – la volta sopra l’altare evocava un cielo stellato. E’ un particolare che mi ero dimenticato.
    – A differenza delle attuali vetrate del coro che riproducono angeli, allora le vetrate erano semplici disegni geometrici di vetri colorati. Ricordo che anche le finestre rotonde della navata che adesso riproducono immagini di santi allora erano disegni geometrici di vetri colorati. Se non mi sbaglio la sostituzione è avvenuta negli anni ’60 del secolo scorso. Migliori dettagli sono graditi.
    Ancora grazie ad Attilia.

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